Sorpresa, ma di cosa? - L03042020
Mi sorprendo a ritrovare anche qui tracce del mio passaggio, tracce di lui che ho seminato come fosse grano.
Non bastavano un diario, una pagina facebook, un profilo oscurato, una pagina instagram... Non era sufficiente.
Tornare indietro con la memoria non solo ad eventi, ma a sensazioni ed emozioni mi sconvolge sempre un pochino.
L'ultim volta che scrivevo qui era giugno 2019. Da quel giorno c'è stato un ritorno di fiamma a luglio... poi un agosto difficile, segnato da un tornado emotivo di nome Tommaso.
Finita male, ma poco importa, perché era riuscito ad anestetizzare almeno per un po' il cordone ombelicale che mi legava a lui.
Novembre, incidente, mi preoccupo. Cedo, scrivo, torno.
1 Dicembre non riesce a starmi lontano. Una fiamma, seppur debole, si è riaccesa. Mi chiede di mollare tutto per lui, che mai ha mai pensato di fare lo stesso per me.
Nessuno dei due avrebbe pensato che di lì a breve saremmo stati mollati, entrambi.
Ci ritroviamo l'11 gennaio in un locale a Scafa, a parlare di quello che cerca e quello che vogliamo.
Si mettono in chiaro le cose, inizia una frequentazione.
Ricordo come fosse ora l'esplosione dei polmoni e del fegato e del cervello quando ha incollato le sue labbra sottili sulle mie, come se fossi davvero importante, come se lo volesse davvero. Il modo in cui si rifiutava di lasciarmi andare. Le 2 di notte ed una multa.
Cara, quando imparerai?
Cara mia, sembrava scorrere tutto tranquillo e pensavi di essere immune, eppure ti sbagliavi, e forse sotto sotto - nemmeno troppo sotto- te ne rendevi conto. Perchè tu non sbagli mai, se non quando si parla di lui.
Con lui non potevi sbagliare di più.
Quarantena, una situazione di merda, in cui i nervi cedono tra le varie situazioni della tua vita che ti fanno sentire depressa, al limite dell'esaurimento nervoso.
Ma come sempre non puoi permetterti di crollare, non puoi semplicemente permettertelo.
Quindi tieni duro, stringi i denti, cerchi di lamentarti il meno possibile, anche se qualche malcontento vola comunque, e poi fai casino.
Poi ti stanchi di dover fare l'arrabbiata delusa non contenta che se la deve sbrigare da sola. Hai una voce, e Dio se la usi.
Il principio della fine.
Siamo tutti belli innamorati e sicuri finchè qualcosa non minaccia la nostra tranquillità. Finchè qualcuno non dimostra di aver bisogno di qualcosa in più, finchè si pensa di essere più che conoscenti, e invece forse ci si sbaglia.
Inizia il turbine di indifferenza, blocchi, chiamate non accettate, silenzio totale. Buio.
Ma quello, nel cuore, lo avevi da un po'. No?
Sorpresa, ma di cosa?
E' sempre stato così, e ti ha detto esplicitamente che la lunaticità lo indispone. E tu per lui sei lunatica.
Non sei qualcuno con cui ha dormito, con cui è andato a letto numerose volte, qualcuno a cui ha detto essere perfetta. Non sei assolutamente nessuno, se non una lunatica.
Non una persona messa alla prova quanto tutti da questa situazione, non una stressata, non una persona con sentimenti che avrebbe voluto poter parlare e contare su di lui. No. Una lunatica.
E lui le lunatiche le ignora, per passare alla prossima sulla lista.
Quando le cose si sono fatte serie e pesanti è quello che ha sempre fatto, no? Con me, e poi con lei.
Che io ne sono sicura. Certi silenzi, come certe acidità di stomaco, hanno un nome ed un cognome.
Io mi odio, perchè ho bisogno di parlarne ancora per liberarmi.
Mi odio per aver rovinato tutto, nonostante fossi nel giusto.
Mi odio per aver sbagliato così tante volte mostrando il peggio, quando volevo il meglio.
Mi odio per non essere riuscita a fargli capire che non sono solo la lunatica, ma anche quella che ha stretto tante volte, con cui ha riso tanto sulle cose più stupide, quella che ha presentato al padre ed alla compagna, quella che.... ma importa davvero? Importa a qualcuno oltre che a me?
Spesso penso di essere sbagliata proprio per questo: voler imporre costantemente la mia necessità di esprimermi agli altri. Sono talmente stanca di tenere tutto dentro, che ora quelle poche volte che mi apro davvero non m'importa nulla: voglio solo essere ascoltata.
Non penso che magari non hanno voglia, tempo, magari non è il momento perchè hanno le loro cose anche loro.
E allora la colpa è tua, cretina che non sei altro. Cosa ti costava sopportare ancora un po?
Ma perchè avrei dovuto fingere di stare bene, di accontentarmi?
Io volevo un fuoco indomabile, un incendio nel cuore che bruciasse tutto il vecchio e l'impolverato.
Volevo qualcosa da poter comparare a ciò che avevo e che temo di non trovare più.
So di poter amare, di saperlo fare senza riserve.
Ed è questa la sola cosa che mi importa.
Così ho finito per sbagliare anche stavolta, anche con lui che ho sempre saputo che non mi capiva, non voleva ascoltarmi, non voleva parlarmi.
Dalle cattive abitudini si guarisce mai davvero?
Sono due settimane che non fumo una sigaretta, e ho ancora voglia di accenderla.
Guess that's the same for love, right?
Mi ha fottuto la vita prima che potessi rendermene conto, con una tale foga da lasciarmi senza fiato.
Ho i polmoni stanchi, il cuore a riposo per quanto frema. Non era amore, non poteva esserlo.
Per questo non so spiegare questa maledetta sottomissione a lui, al suo schifo.
E' la sindrome di stoccolma quella per cui una vittima finisce per innamorarsi del suo aguzzino, scambiando i maltrattamenti per attenzioni espresse in maniera differente?
Vorrei tanto sapere uno psicologo cosa ne penserebbe.
Ho pensato così tanto in questo mese che oramai mi pare di perdere il senno.
Quando mi metto nel mio letto e non riesco ad addormentarmi perchè tremo, non trovo pace.
Quando sto leggendo un libro o guardando un film e mi viene la tachicardia e il fiato corto e devo chiudere tutto e avvolgermi nelle coperte.
Quando al mattino suona la sveglia e passo altre due ore a letto, fissando il soffitto o il lampadario o la luce che filtra tra le persiane, con le lenzuola fin sopra il naso ed il cuore in gola.
Sveglia alle 7, colazione da sola nel silenzio più totale. Fuori da questa stanza il più possibile, questa stanza che contiene ogni mia emozione, specialmente quelle che ora mi pesano così tanto addosso.
Studia, preparati, dimentica. Lascia andare.
Lo hai fatto una volta. Lo hai fatto milioni di volte. Fare a meno di ciò che volevi e ciò che ti faceva stare bene.
Puoi farlo ancora.
Smetti di sentirti una fallita: non lo sei. Hai solo le ali stropicciate.
PS mi faccio un po' pena. Ero così brava a scrivere anche solo un anno fa...ed ora... da mesi non riesco che a fare telecronache, manco fossi una giornalista che riporta dei semplici e meri fatti. Quanto devi essere disconnessa per riuscire a fare una roba del genere? Un uomo che ti disconnette da te stessa. SI può fare più male di così?
Non bastavano un diario, una pagina facebook, un profilo oscurato, una pagina instagram... Non era sufficiente.
Tornare indietro con la memoria non solo ad eventi, ma a sensazioni ed emozioni mi sconvolge sempre un pochino.
L'ultim volta che scrivevo qui era giugno 2019. Da quel giorno c'è stato un ritorno di fiamma a luglio... poi un agosto difficile, segnato da un tornado emotivo di nome Tommaso.
Finita male, ma poco importa, perché era riuscito ad anestetizzare almeno per un po' il cordone ombelicale che mi legava a lui.
Novembre, incidente, mi preoccupo. Cedo, scrivo, torno.
1 Dicembre non riesce a starmi lontano. Una fiamma, seppur debole, si è riaccesa. Mi chiede di mollare tutto per lui, che mai ha mai pensato di fare lo stesso per me.
Nessuno dei due avrebbe pensato che di lì a breve saremmo stati mollati, entrambi.
Ci ritroviamo l'11 gennaio in un locale a Scafa, a parlare di quello che cerca e quello che vogliamo.
Si mettono in chiaro le cose, inizia una frequentazione.
Ricordo come fosse ora l'esplosione dei polmoni e del fegato e del cervello quando ha incollato le sue labbra sottili sulle mie, come se fossi davvero importante, come se lo volesse davvero. Il modo in cui si rifiutava di lasciarmi andare. Le 2 di notte ed una multa.
Cara, quando imparerai?
Cara mia, sembrava scorrere tutto tranquillo e pensavi di essere immune, eppure ti sbagliavi, e forse sotto sotto - nemmeno troppo sotto- te ne rendevi conto. Perchè tu non sbagli mai, se non quando si parla di lui.
Con lui non potevi sbagliare di più.
Quarantena, una situazione di merda, in cui i nervi cedono tra le varie situazioni della tua vita che ti fanno sentire depressa, al limite dell'esaurimento nervoso.
Ma come sempre non puoi permetterti di crollare, non puoi semplicemente permettertelo.
Quindi tieni duro, stringi i denti, cerchi di lamentarti il meno possibile, anche se qualche malcontento vola comunque, e poi fai casino.
Poi ti stanchi di dover fare l'arrabbiata delusa non contenta che se la deve sbrigare da sola. Hai una voce, e Dio se la usi.
Il principio della fine.
Siamo tutti belli innamorati e sicuri finchè qualcosa non minaccia la nostra tranquillità. Finchè qualcuno non dimostra di aver bisogno di qualcosa in più, finchè si pensa di essere più che conoscenti, e invece forse ci si sbaglia.
Inizia il turbine di indifferenza, blocchi, chiamate non accettate, silenzio totale. Buio.
Ma quello, nel cuore, lo avevi da un po'. No?
Sorpresa, ma di cosa?
E' sempre stato così, e ti ha detto esplicitamente che la lunaticità lo indispone. E tu per lui sei lunatica.
Non sei qualcuno con cui ha dormito, con cui è andato a letto numerose volte, qualcuno a cui ha detto essere perfetta. Non sei assolutamente nessuno, se non una lunatica.
Non una persona messa alla prova quanto tutti da questa situazione, non una stressata, non una persona con sentimenti che avrebbe voluto poter parlare e contare su di lui. No. Una lunatica.
E lui le lunatiche le ignora, per passare alla prossima sulla lista.
Quando le cose si sono fatte serie e pesanti è quello che ha sempre fatto, no? Con me, e poi con lei.
Che io ne sono sicura. Certi silenzi, come certe acidità di stomaco, hanno un nome ed un cognome.
Io mi odio, perchè ho bisogno di parlarne ancora per liberarmi.
Mi odio per aver rovinato tutto, nonostante fossi nel giusto.
Mi odio per aver sbagliato così tante volte mostrando il peggio, quando volevo il meglio.
Mi odio per non essere riuscita a fargli capire che non sono solo la lunatica, ma anche quella che ha stretto tante volte, con cui ha riso tanto sulle cose più stupide, quella che ha presentato al padre ed alla compagna, quella che.... ma importa davvero? Importa a qualcuno oltre che a me?
Spesso penso di essere sbagliata proprio per questo: voler imporre costantemente la mia necessità di esprimermi agli altri. Sono talmente stanca di tenere tutto dentro, che ora quelle poche volte che mi apro davvero non m'importa nulla: voglio solo essere ascoltata.
Non penso che magari non hanno voglia, tempo, magari non è il momento perchè hanno le loro cose anche loro.
E allora la colpa è tua, cretina che non sei altro. Cosa ti costava sopportare ancora un po?
Ma perchè avrei dovuto fingere di stare bene, di accontentarmi?
Io volevo un fuoco indomabile, un incendio nel cuore che bruciasse tutto il vecchio e l'impolverato.
Volevo qualcosa da poter comparare a ciò che avevo e che temo di non trovare più.
So di poter amare, di saperlo fare senza riserve.
Ed è questa la sola cosa che mi importa.
Così ho finito per sbagliare anche stavolta, anche con lui che ho sempre saputo che non mi capiva, non voleva ascoltarmi, non voleva parlarmi.
Dalle cattive abitudini si guarisce mai davvero?
Sono due settimane che non fumo una sigaretta, e ho ancora voglia di accenderla.
Guess that's the same for love, right?
Mi ha fottuto la vita prima che potessi rendermene conto, con una tale foga da lasciarmi senza fiato.
Ho i polmoni stanchi, il cuore a riposo per quanto frema. Non era amore, non poteva esserlo.
Per questo non so spiegare questa maledetta sottomissione a lui, al suo schifo.
E' la sindrome di stoccolma quella per cui una vittima finisce per innamorarsi del suo aguzzino, scambiando i maltrattamenti per attenzioni espresse in maniera differente?
Vorrei tanto sapere uno psicologo cosa ne penserebbe.
Ho pensato così tanto in questo mese che oramai mi pare di perdere il senno.
Quando mi metto nel mio letto e non riesco ad addormentarmi perchè tremo, non trovo pace.
Quando sto leggendo un libro o guardando un film e mi viene la tachicardia e il fiato corto e devo chiudere tutto e avvolgermi nelle coperte.
Quando al mattino suona la sveglia e passo altre due ore a letto, fissando il soffitto o il lampadario o la luce che filtra tra le persiane, con le lenzuola fin sopra il naso ed il cuore in gola.
Sveglia alle 7, colazione da sola nel silenzio più totale. Fuori da questa stanza il più possibile, questa stanza che contiene ogni mia emozione, specialmente quelle che ora mi pesano così tanto addosso.
Studia, preparati, dimentica. Lascia andare.
Lo hai fatto una volta. Lo hai fatto milioni di volte. Fare a meno di ciò che volevi e ciò che ti faceva stare bene.
Puoi farlo ancora.
Smetti di sentirti una fallita: non lo sei. Hai solo le ali stropicciate.
PS mi faccio un po' pena. Ero così brava a scrivere anche solo un anno fa...ed ora... da mesi non riesco che a fare telecronache, manco fossi una giornalista che riporta dei semplici e meri fatti. Quanto devi essere disconnessa per riuscire a fare una roba del genere? Un uomo che ti disconnette da te stessa. SI può fare più male di così?
"E anche questa volta va così
Non c'ho capito niente neanche questo venerdì
Sono le tre di notte
C'ho l'ansia e tutte le ossa rotte
E anche questa volta non sei qui
Chissà se stai dormendo, chissà con chi
Se mi pensi certe volte
Col cuore che ti batte forte
Il cuore che mi batte forte
Il cuore che ti batte, forse
E menomale che non era niente
Ho ancora il tuo profumo sulla pelle
Avrei fumato mille sigarette
Fino alle sette, fino alle sette..."
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